“Fit for 55”: la roadmap dell’UE per una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030

Nel 2021, la Commissione europea ha adottato Fit for 55, il pacchetto di proposte volto a raggiungere l’obiettivo climatico per il 2030 dell’Unione Europea sulla via della carbon neutrality. Cosa bisogna sapere di questo piano d’azione? Jordan Hairabedian, consulente del settore Ricerca e Innovazione di EcoAct ci spiega il suo punto di vista. A giugno 2021, la ...

Jordan Hairabedian

17 Gen 2022 7 minuti di tempo di lettura

Nel 2021, la Commissione europea ha adottato Fit for 55, il pacchetto di proposte volto a raggiungere l’obiettivo climatico per il 2030 dell’Unione Europea sulla via della carbon neutrality. Cosa bisogna sapere di questo piano d’azione? Jordan Hairabedian, consulente del settore Ricerca e Innovazione di EcoAct ci spiega il suo punto di vista.

A giugno 2021, la legge europea sul clima ha fissato un nuovo obiettivo più vincolante: riduzione delle emissioni di Greenhouse Gas (GHG) del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. L’obiettivo finale prevede che tutti gli attori economici raggiungano la carbon neutrality entro il 2050, definita come l’equilibrio tra le fonti di emissioni antropiche di Greenhouse Gas (produzione di elettricità, veicoli termici, edifici, ecc.) e i pozzi di assorbimento del carbonio (foreste, terreni, zone umide).

A luglio 2021, la Commissione europea ha pubblicato dei nuovi testi e 12 aggiornamenti con misure ambiziose per una mitigazione efficace degli effetti del cambiamento climatico, con pesanti ripercussioni sulle strategie degli Stati e delle imprese. Le versioni finali dovrebbero essere oggetto di voto nel 2023-2024, dopo che le istituzioni europee e gli Stati membri ne avranno discusso.

“Fit for 55”: la roadmap dell’UE per una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030

Le quattro principali proposte per rafforzare la legislazione europea in materia di intervento climatico

Un più ambizioso mercato europeo di scambio delle quote di emissioni (EU ETS)

L’EU ETS, il sistema per limitare e scambiarsi i diritti di emissione per i principali settori dell’Unione europea che generano emissioni, ha alzato l’asticella delle sue ambizioni. Attualmente, include sia i settori dell’elettricità e della produzione di calore che le industrie ad elevato consumo energetico (acciaio, carta, vetro, cemento, ceramica) e l’aviazione commerciale L’obiettivo di riduzione delle emissioni di GHG da raggiungere entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005 passerebbe da -43% a -61%. Inoltre dal 2023 sarà incluso anche il settore marittimo.

Un regolamento aggiornato sulla ripartizione dello sforzo (ESR)

L’ESR fissa degli obiettivi nazionali obbligatori in materia di emissioni annue di GHG per i settori non inclusi nell’EU ETS (~60% delle emissioni dell’UE): trasporti, edilizia, agricoltura e rifiuti. La Commissione europea ha proposto nuovi obiettivi di mitigazione: da una riduzione delle emissioni del 30% a una riduzione del 40% tra i livelli del 2005 e del 2030. Più esattamente, la Francia dovrebbe fare degli sforzi maggiori per la riduzione in questi settori passando da -37% a -47,5% entro il 2030, rendendo già obsoleta la recente legge sul clima e la resilienza perché prevede una riduzione entro il 2030 solo del 40% rispetto ai livelli del 1990.

Un EU ETS distinto per il settore dei trasporti e dell’edilizia

La Commissione europea propone di avviare dal 2026 un mercato del carbonio europeo distinto per i settori dei trasporti e dell’edilizia, a seguito della decisione della Germania di fissare il prezzo delle emissioni di GHG in questi due settori da gennaio 2021. Le attività svolte dai settori dei trasporti e dell’edilizia sarebbero sottoposte ad un tasso di riduzione lineare annuo pari a circa il 5%. Si creerebbe un Fondo sociale per il clima con degli accantonamenti complessivi pari a 145 miliardi di euro a sostegno delle famiglie vulnerabili che hanno risentito delle nuove misure.

Verso un meccanismo per i provvedimenti correttivi alle frontiere in materia di carbonio

La Commissione vuole anche creare un nuovo meccanismo di tariffazione del carbonio al fine di ridurre i rischi di fuga di carbonio e incoraggiare i produttori non europei a decarbonizzare le loro attività. Gli importatori europei di prodotti ad alto tasso di carbonio (ferro, acciaio, elettricità, cemento, alluminio, concimi) dovranno acquistare degli appositi certificati che corrispondono al prezzo del carbonio che avrebbero pagato se i beni importati fossero stati prodotti nell’UE. Dopo una fase di transizione che va dal 2023 al 2025, dal 2026 il sistema diventerà operativo.

Analisi settoriale dell’impatto di “Fit for 55” sulle imprese

Ecco gli impatti chiave del pacchetto “Fit for 55” sulle imprese:

Elettricità ed energia

  • Nel quadro dell’EU ETS sarà applicata una nuova riduzione lineare annua del 4,2% invece che del 2,2%.
  • Le energie rinnovabili dovrebbero raggiungere una quota pari al 40%, invece che del 32,5%, del mix europeo. A dicembre 2021, la Commissione ha specificato che sia il biogas, il biometano, l’idrogeno rinnovabile e a basso carbonio sia il metano di sintesi (gas rinnovabili e low-carbon) costituirebbero entro il 2050 circa i 2/3 dei combustibili gassosi del mix energetico. Il terzo restante rappresenterebbe il consumo di gas fossile abbinato ai procedimenti CCUS (cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio – carbon capture, usage and storage).
  • L’efficienza energetica e un sistema energetico circolare diventerebbero la regola.
  • Il settore godrebbe del supporto del Fondo per l’innovazione e del Fondo per la modernizzazione.

Industria

  • Nel quadro dell’EU ETS sarà applicata una nuova riduzione lineare annua del 4,2%.
  • Nel 2036 si dovrebbe verificare la fine delle quote gratuite dell’EU ETS.
  • Gli importatori di ferro, acciaio e alluminio sarebbero i soggetti che risentirebbero di più del meccanismo per i provvedimenti correttivi alle frontiere in materia di carbonio, esponendo in particolare la Russia, la Turchia e la Cina come principali esportatori.
  • Il settore godrebbe del supporto del Fondo per l’innovazione e del Fondo per la modernizzazione.

Trasporti

  • Dal 2026 il trasporto su gomma dovrebbe essere soggetto ad un sistema di scambio distinto delle quote con una riduzione lineare di circa il 5%.
  • Nel 2036 si dovrebbe verificare la fine delle quote gratuite dell’EU ETS.
  • L’obiettivo in materia di emissioni specifico per le nuove autovetture e i nuovi veicoli commerciali leggeri sarebbe di 0g/km entro il 2035, eccetto i veicoli termici che includono anche quelli ibridi.
  • Si prevede di tassare di più i carburanti che emettono alti livelli di carbonio.
  • Dovrebbe intensificarsi anche l’utilizzo dei carburanti sostenibili per l’aviazione e dei carburanti marittimi più puliti.
  • Sono previste nuove infrastrutture per i carburanti alternativi sulle strade (elettrico/idrogeno), nei porti e negli aeroporti (elettrico).
  • Un Fondo sociale per il clima permetterebbe di ridurre al minimo gli impatti sulle imprese e le persone più vulnerabili.
  • Inoltre, verrà fissato un nuovo obiettivo in materia di regolamento sulla ripartizione dello sforzo, che si applicherà agli Stati membri. Le imprese del settore devono prepararsi alle nuove misure nazionali.

Edilizia

  • Dal 2026 il settore edile dovrebbe essere soggetto ad un sistema di scambio distinto delle quote con una riduzione lineare di circa il 5%.
  • Un nuovo obiettivo per l’efficienza energetica sarà volto a ridurre l’energia primaria e finale rispettivamente del 39% e del 36% entro il 2030 (invece del 32,5%).
  • Si prevede una maggiore tassazione dei combustibili per il riscaldamento ad alto tasso di carbonio.
  • Un Fondo sociale per il clima permetterebbe di ridurre l’impatto sulle imprese e le persone.
  • Inoltre, verrà fissato un nuovo obiettivo in materia di regolamento sulla ripartizione dello sforzo, applicabile agli Stati membri. Le imprese del settore devono prepararsi alle nuove misure nazionali.

Imprese che si occupano di sfruttamento del terreno e di silvicoltura

  • Nel 2035, la carbon neutrality delle terre dovrebbe essere effettiva. Nel quadro delle nature-based solutions, ciò impone sia delle importanti misure di mitigazione da parte delle imprese che si occupano di pianificazione territoriale, agricoltura e silvicoltura, sia delle misure di tutela degli ecosistemi volte ad aumentare i pozzi di assorbimento del carbonio.
  • L’Unione Europea mira a raggiungere 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalente di pozzi entro il 2030 (contro i 225 di oggi).
  • Nuovi incentivi aiuterebbero gli agricoltori a sviluppare un’agricoltura più rispettosa del clima.

Le principali sfide dalla roadmap “Fit for 55”

Fin dall’adozione del pacchetto “Fit for 55” la Commissione ha sollevato qualche preoccupazione, sia sulla forma che sul merito:

  • I nuovi obiettivi e le nuove misure non hanno ottenuto l’unanimità, come spiega il Climate Action Network.
  • In base al calendario quali sono le misure che potrebbero essere adottate e finanziate velocemente?
  • Serpeggia preoccupazione in merito alla possibilità di nuove mobilitazioni dei “gilet gialli”, malgrado la presenza di un Fondo sociale per il clima.
  • Alcuni commissari sono preoccupati per il pacchetto stesso o per il modo in cui è stato presentato.

Si avvia un lungo processo di negoziati che potrebbe proseguire per più di due anni sotto la presidenza semestrale dell’UE della Slovenia, della Francia, della Repubblica Ceca, della Svezia e della Spagna. Sussistono numerose incognite: il dispositivo è abbastanza ambizioso da permettere all’UE di raggiungere il suo obiettivo climatico entro il 2030? Verrà adottato rapidamente così com’è? In caso contrario, visto che per gli Stati membri l’obiettivo del 55% è vincolante, quali sono le alternative percorribili? Per il momento, non tutto è chiaro, ma nei prossimi mesi arriveranno le prime risposte.