Nel 2021, la Commissione europea ha adottato Fit for 55, il pacchetto di proposte volto a raggiungere l’obiettivo climatico per il 2030 dell’Unione Europea sulla via della carbon neutrality. Cosa bisogna sapere di questo piano d’azione? Jordan Hairabedian, consulente del settore Ricerca e Innovazione di EcoAct ci spiega il suo punto di vista.
A giugno 2021, la legge europea sul clima ha fissato un nuovo obiettivo più vincolante: riduzione delle emissioni di Greenhouse Gas (GHG) del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. L’obiettivo finale prevede che tutti gli attori economici raggiungano la carbon neutrality entro il 2050, definita come l’equilibrio tra le fonti di emissioni antropiche di Greenhouse Gas (produzione di elettricità, veicoli termici, edifici, ecc.) e i pozzi di assorbimento del carbonio (foreste, terreni, zone umide).
A luglio 2021, la Commissione europea ha pubblicato dei nuovi testi e 12 aggiornamenti con misure ambiziose per una mitigazione efficace degli effetti del cambiamento climatico, con pesanti ripercussioni sulle strategie degli Stati e delle imprese. Le versioni finali dovrebbero essere oggetto di voto nel 2023-2024, dopo che le istituzioni europee e gli Stati membri ne avranno discusso.
Un più ambizioso mercato europeo di scambio delle quote di emissioni (EU ETS)
L’EU ETS, il sistema per limitare e scambiarsi i diritti di emissione per i principali settori dell’Unione europea che generano emissioni, ha alzato l’asticella delle sue ambizioni. Attualmente, include sia i settori dell’elettricità e della produzione di calore che le industrie ad elevato consumo energetico (acciaio, carta, vetro, cemento, ceramica) e l’aviazione commerciale L’obiettivo di riduzione delle emissioni di GHG da raggiungere entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005 passerebbe da -43% a -61%. Inoltre dal 2023 sarà incluso anche il settore marittimo.
Un regolamento aggiornato sulla ripartizione dello sforzo (ESR)
L’ESR fissa degli obiettivi nazionali obbligatori in materia di emissioni annue di GHG per i settori non inclusi nell’EU ETS (~60% delle emissioni dell’UE): trasporti, edilizia, agricoltura e rifiuti. La Commissione europea ha proposto nuovi obiettivi di mitigazione: da una riduzione delle emissioni del 30% a una riduzione del 40% tra i livelli del 2005 e del 2030. Più esattamente, la Francia dovrebbe fare degli sforzi maggiori per la riduzione in questi settori passando da -37% a -47,5% entro il 2030, rendendo già obsoleta la recente legge sul clima e la resilienza perché prevede una riduzione entro il 2030 solo del 40% rispetto ai livelli del 1990.
Un EU ETS distinto per il settore dei trasporti e dell’edilizia
La Commissione europea propone di avviare dal 2026 un mercato del carbonio europeo distinto per i settori dei trasporti e dell’edilizia, a seguito della decisione della Germania di fissare il prezzo delle emissioni di GHG in questi due settori da gennaio 2021. Le attività svolte dai settori dei trasporti e dell’edilizia sarebbero sottoposte ad un tasso di riduzione lineare annuo pari a circa il 5%. Si creerebbe un Fondo sociale per il clima con degli accantonamenti complessivi pari a 145 miliardi di euro a sostegno delle famiglie vulnerabili che hanno risentito delle nuove misure.
Verso un meccanismo per i provvedimenti correttivi alle frontiere in materia di carbonio
La Commissione vuole anche creare un nuovo meccanismo di tariffazione del carbonio al fine di ridurre i rischi di fuga di carbonio e incoraggiare i produttori non europei a decarbonizzare le loro attività. Gli importatori europei di prodotti ad alto tasso di carbonio (ferro, acciaio, elettricità, cemento, alluminio, concimi) dovranno acquistare degli appositi certificati che corrispondono al prezzo del carbonio che avrebbero pagato se i beni importati fossero stati prodotti nell’UE. Dopo una fase di transizione che va dal 2023 al 2025, dal 2026 il sistema diventerà operativo.
Ecco gli impatti chiave del pacchetto “Fit for 55” sulle imprese:
Elettricità ed energia
Industria
Trasporti
Edilizia
Imprese che si occupano di sfruttamento del terreno e di silvicoltura
Fin dall’adozione del pacchetto “Fit for 55” la Commissione ha sollevato qualche preoccupazione, sia sulla forma che sul merito:
Si avvia un lungo processo di negoziati che potrebbe proseguire per più di due anni sotto la presidenza semestrale dell’UE della Slovenia, della Francia, della Repubblica Ceca, della Svezia e della Spagna. Sussistono numerose incognite: il dispositivo è abbastanza ambizioso da permettere all’UE di raggiungere il suo obiettivo climatico entro il 2030? Verrà adottato rapidamente così com’è? In caso contrario, visto che per gli Stati membri l’obiettivo del 55% è vincolante, quali sono le alternative percorribili? Per il momento, non tutto è chiaro, ma nei prossimi mesi arriveranno le prime risposte.
Il rapporto del 2022 sulle prestazioni di reporting climatico delle aziende esamina come alcune delle maggiori aziende mondiali quotate stanno affrontando le sfide della sostenibilità climatica e come stanno comunicando i loro progressi.