SBTi: nasce il nuovo standard mondiale per impegnarsi a raggiungere il traguardo Net-Zero

Ben prima della COP 26, il 28 ottobre 2021 l’iniziativa Science-based Targets (SBTi) ha lanciato il nuovo standard Net-Zero delle imprese in linea con l’Accordo di Parigi. Lo standard prevede una decarbonizzazione massiccia dal 90 al 95 % delle emissioni entro il 2050 e fissa degli obiettivi a breve e lungo termine sulle emissioni di tutta la catena del valore. La rimozione di ...

Magdalena Jouenne-Mazurek

9 Ott 2021 6 minuti di tempo di lettura

Ben prima della COP 26, il 28 ottobre 2021 l’iniziativa Science-based Targets (SBTi) ha lanciato il nuovo standard Net-Zero delle imprese in linea con l’Accordo di Parigi. Lo standard prevede una decarbonizzazione massiccia dal 90 al 95 % delle emissioni entro il 2050 e fissa degli obiettivi a breve e lungo termine sulle emissioni di tutta la catena del valore. La rimozione di CO2 dall’atmosfera* e il relativo sequestro nei pozzi di assorbimento del carbonio riguardano poi/così il 5-10% delle emissioni restanti all’interno della catena del valore. Inoltre, le imprese sono chiamate a investire nei progetti di compensazione del carbonio che consentono di ridurre le emissioni prodotte fuori dalla catena del valore.

Perché questo standard è tanto importante?

Nonostante circa il 70% delle economie mondiali si sia imposto dei net-zero target o la carbon neutrality, resta allarmante il divario che rimane tra il percorso seguito al momento a livello mondiale e quello che si impone alla luce delle ultime scoperte scientifiche. L’ultima relazione delle Nazioni Unite sul bilancio delle emissioni avverte che gli attuali impegni in materia di riduzione delle emissioni di Greenhouse Gas mettono il pianeta sulla via di un aumento medio della temperatura pari a 2,7 gradi centigradi nel corso del secolo.

Questo divario tra impegni assunti e impatti reali evidenzia l’importanza di definire degli obiettivi attendibili e fondati su dati scientifici al fine di guidare e accelerare le necessarie trasformazioni.

Sviluppato con l’aiuto di un gruppo consultivo indipendente di esperti del mondo accademico e scientifico, della società civile e delle imprese, questo standard fornisce una soluzione per certificare questi obiettivi e quindi porre rimedio ad una grande disparità e alla mancanza di comparabilità tra gli obiettivi dichiarati dalle imprese.

Le prime sette imprese certificate ne dimostrano la fattibilità. Ad agosto 2021 più di 80 imprese hanno partecipato a una sperimentazione dello standard, di cui sette hanno ottenuto la certificazione della SBTi per i loro obiettivi Net-Zero.

In che modo si può entrare a far parte delle imprese all’avanguardia?

Tutte le imprese vengono incoraggiate a prefiggersi degli obiettivi conformi a questo nuovo standard, in particolare le 300 imprese, tra cui Atos, che si sono assunte l’impegno di raggiungere Net-Zero entro il 2050, attraverso la campagna Business Ambition for 1,5 °C.

La SBTi inizierà il percorso di convalida da gennaio 2022. Il calendario di prenotazioni online messo a disposizione delle società interessate si riempie velocemente, a dimostrazione del fatto che l’iniziativa è ampiamente apprezzata.

Entro l’inizio del 2022 le imprese potranno anche godere di indicazioni precise sulle buone pratiche per la mitigazione oltre la catena del valore.

Decarbonizzazione profonda dal 90 al 95% e obiettivi a breve e lungo termine

Le imprese che adotteranno questo standard dovranno fissare degli science-based target sia a breve che a lungo termine, che abbraccino tutti gli Scope (1, 2 e 3) di produzione delle emissioni.

Gli obiettivi a breve termine dovranno interessare le riduzioni di emissioni immediate per i prossimi 5-10 anni (SBT), mentre quelli a lungo termine stabiliranno il livello totale di decarbonizzazione entro il 2050.

Con questo standard, la SBTi chiarisce che il concetto di Net-Zero implica che le imprese si impegnino per una decarbonizzazione profonda dal 90 al 95% entro il 2050. Solo se verrà soddisfatta questa condizione, la SBTi consiglia di “compensare*” quelle che non è ancora possibile ridurre. La “compensazione*” di queste emissioni può avvenire sotto forma di sequestro del carbonio attraverso nature-based solutions (come la riforestazione) o tramite la rimozione diretta con mezzi tecnologici (cattura e stoccaggio).

“Un’impresa avrà raggiunto il traguardo Net-Zero o la “carbon neutrality” quando avrà conseguito questo obiettivo a lungo termine”, si sottolinea.

La SBTi stabilisce dei criteri chiari affinché le emissioni residue non superino il 5-10% di quelle dell’impresa in funzione del suo settore. Il principio fondamentale che disciplina lo standard è quello della “gerarchia della mitigazione”: le imprese devono impegnarsi a ridurre le emissioni di tutta la loro catena del valore prima di investire nella riduzione delle emissioni al di fuori di essa.

Finanziare contemporaneamente la decarbonizzazione attraverso la compensazione del carbonio

Il contributo fornito alla riduzione delle emissioni fuori dalla propria catena del valore attraverso la compensazione volontaria del carbonio resta comunque estremamente importante e necessario. Alla luce del bisogno urgente di mobilitare dei finanziamenti a breve termine e di sviluppare la solidarietà internazionale, l’iniziativa consiglia alle imprese di investire contemporaneamente in progetti di compensazione del carbonio che consentono di ridurre le emissioni al di fuori della loro catena del valore. Questi meccanismi devono restare complementari e non devono assolutamente sostituire la riduzione delle emissioni.

Un’opportunità per armonizzare gli impegni volontari delle imprese

Per contenere il cambiamento climatico conformemente alle ultime scoperte scientifiche, è fondamentale basare l’approccio su di un quadro normativo completo, riconosciuto e conforme alle più recenti scoperte scientifiche in materia di clima.

Il problema principale che le imprese hanno incontrato era costituito dalla mancanza non solo di un quadro normativo rigido e ambizioso, ma anche di una norma volontaria riconosciuta in linea con le ultime scoperte scientifiche.

Ormai è stato sbloccato anche questo freno, perché questo standard fornisce una definizione degli obiettivi verso il traguardo Net-Zero su scala aziendale. Infatti si tratta di un passo avanti verso l’armonizzazione degli impegni volontari delle imprese e un’opportunità per queste ultime di allinearsi agli 1,5 °C previsti dall’Accordo di Parigi all’interno di un quadro normativo solido.

Allinearsi a questo nuovo standard conferisce un riconoscimento delle azioni intraprese dalle aziende. Il rispetto dello standard garantisce non solo che l’impegno è tecnicamente corretto e conforme agli ultimi progressi scientifici, ma anche che può essere comunicato in modo trasparente e intelligibile agli stakeholder grazie a questo nuovo quadro normativo comune.

In qualità di esperti, come sempre, consigliamo alle aziende di basarsi su standard riconosciuti e di evitare di utilizzare espressioni non definite né standardizzate e che richiamano l’assenza d’impatto, come “no carbon”, “carbon zero”, “carbon negative” o “climate-neutral”.

Basarsi sui quadri normativi più rigorosi e scientificamente fondati appena vengono resi disponibili rappresenta la chiave del successo sia per avvantaggiarsi rispetto ai concorrenti e alla normativa in costante evoluzione sia per soddisfare le aspettative sempre maggiori degli stakeholder.

 

Per maggiori informazioni su come adottare questo nuovo standard e farti accompagnare lungo il percorso di definizione dell’obiettivo che porta al traguardo Net-Zero, non esitare a contattarci.

*Compensazione (altrimenti detta rimozione della CO2 presente nell’atmosfera): misure adottate dalle imprese per rimuovere CO2 dall’atmosfera e stoccarla in modo permanente per controbilanciare l’impatto delle emissioni che non vengono ridotte.